Non è mai troppo presto
Anzi.
Sono anni e anni che mordo il freno, sul calcio britannico, soprattutto su quello inglese. Produco poco, in rapporto alla quantità di partite che vedo e di informazioni che cerco, anche con i miei viaggi rapidi, ma fino a 3-4 anni fa l’idea di newsletter, di per sé non certo originale, era rimasta solo idea, per mancanza di tempo. Ora il tempo, un pochino, c’è, e vorrei utilizzarlo per creare e lasciare qualcosa di utile, di concreto, di passionale. Di non scontato.
Perché proprio ‘MisterFootball’?
MisterFootball era il nome della rivista, inserto del Guerin Sportivo, che avevo ideato nel 2007 e lanciato nel 2008. Una rivista che nelle mie intenzioni doveva diventare una specie di magnete di tutto quello che poteva essere calcio ma anche cultura popolare e quel po’ di società che con il calcio è legato. In progetto, per quel Mister Football, c’erano anche viaggi, per conoscere da vicino determinate realtà e, al tempo stesso, raccogliere materiale per numeri successivi della rivista. Il progetto viaggi purtroppo non partì mai, anche per la chiusura anticipata dell’inserto, vittima di una serie di considerazioni che presto portarono anche il Guerin Sportivo a uscire come mensile e non più settimanale. Ma è un progetto che, anche per l’incoraggiamento ricevuto da un tour operator nell’estate 2022, quella di un bellissimo sopralluogo tra Manchester, Liverpool e Londra, potrebbe ripartire.
FUORI DAI BINARI
È la mia intenzione. Mai seguire strade tracciate da altri, anche a rischio di finire in un vicolo cieco. Per carattere, se altri si occupano di un argomento io tendo ad evitarlo, a meno che da dire non ci siano cose inedite o diverse. Tutto questo richiede un grande sforzo, che spero venga premiato dal gradimento di chi leggerà. Proverò con analisi di partite, aneddoti, curiosità, rubriche e saltuarie escursioni oltreconfine.
NOSTALGIA. CON RAZIOCINIO
La prima percezione di un calcio diverso da quello a cui ero abituato la ebbi una sera di novembre 1973, quando nella rubrica Mercoledì Sport, su RAI1, vidi le immagini delle azioni più importanti di Inghilterra-Polonia, la partita che, terminando 1-1, impedì agli inglesi di partecipare ai Mondiali tedeschi del 1974. Qualche mese dopo, ricordo vagamente i gol della finale di FA Cup Liverpool-Newcastle United, 3-0, in una rubrica sportiva del tardo pomeriggio del sabato. Ma la scintilla divenne fiamma il 3 maggio 1975, quando a casa di mio nonno, in Piemonte, vidi sulla Tv della Svizzera italiana l’intera diretta della finale West Ham United-Fulham. Niente fu più come prima, e lo conferma il fatto che io sia qui, 50 anni dopo, ancora con la stessa emozione al pensiero di quel pomeriggio di fronte ad uno schermo dal quale uscivano suoni e solennità a cui non ero abituato, e che andarono a toccare una parte inerte del mio animo, risvegliandola in modo definitivo. Il calcio a cui sono legato maggiormente è dunque quello degli anni Settanta, periodo magico dal punto di vista estetico, ma quello che scriverò qui risentirà solo in parte - o in appositi spazi - della mia fortissima nostalgia per quegli anni di scoperta, di formazione, di colori inediti e voci mai viste.
Quel calcio inglese che mi conquistò aveva tifo individuale e non organizzato, zero fumogeni, tamburi o coreografie (scenografie), giocatori e allenatori solo britannici, maglie senza sponsor e attenzione mediatica non ossessiva, e allora potete anche capire come di fronte alle profondissime mutazioni avvenute negli ultimi tempi, praticamente tutte in negativo, il mio parere potrà risentire, ogni tanto, di questo smarrimento e disappunto.
IL CAMPO, E L’ATMOSFERA
Il mio essere nato in un’epoca diversa si vede anche dal mio disinteresse personale per le vicende legate a proprietà, finanza e istituzioni. Mi interessano il campo, le tribune, gli stadi, le maglie, le tradizioni, l’ambiente e mi annoiano tremendamente la politica, la politica dello sport e la politica NELLO sport, ma potrà capitare, in casi particolari, che finisca con l’occuparmene, per quel che può servire. Ecco, diciamo che se nel 2025 c’è ancora chi pensa che finire in National League, la quinta serie del calcio inglese, voglia dire finire ‘nei dilettanti’, allora magari qualche volta ci sarà bisogno di dare qualche dritta. Più per senso del dovere e della verità che con la speranza che la verità stessa faccia breccia, peraltro.
Se volete, insomma, più sotto c’è il modo per abbonarsi. Tra non molto si parte.
Citazione presa da un cartone animato generazionale, all'epoca come oggi, i Barbapapà. Come generazionale all'epoca furono per quelli come me le TV locali, Rete7 (dove lei operava assieme ad altri valentissimi colleghi come Fuochi, Marrese, il leggendario Civ) o TeleLombardia (segnale permettendo), Capodistria e RSI o le riviste come il Guerino e Super basket dove fior di giornalisti ci "insegnavano" la lingua (Bartoletti, Cucci, Marani, Limardi, Enrico Campana). Antesignani dei social moderni (i pallini del Jordan su SB erano un X ante litteram). E generazionale al giorno d'oggi perché penne come lei Herr o il prof. Olivari sono due giri di pista sopra la media, soprattutto eticamente (oltre che qualitativamente) rispetto al nulla che avete attorno. Per citare il sig. Spock: long live and prosper Sir!
Herr Gotta la “seguiamo” dai tempi di Rete7… la teniamo (sempre) d’occhio (cit. Sig. Barbogio)